L’attrazione per la natura è una sensazione innata in ogni essere umano. Sono soprattutto i bambini a manifestare il bisogno di stare a contatto con la terra, giocare con l’acqua, correre in grandi spazi. Si chiama tecnicamente “biofilia” questa ricerca spontanea di contatto con le forme naturali che porta benefici scientificamente provati. Numerosi studi confermano che i bambini che vivono vicini alla natura, rispetto ad altri che trascorrono le loro giornate in ambienti chiusi, sono più consapevoli di se stessi e meno soggetti a malattie e depressioni. In particolare, questo pensiero è sostenuto con convinzione da un movimento di studiosi americani che lo propongono come vera e propria “cura medica”.
Negli Stati Uniti, primo fra tutti a consigliare un riavvicinamento alla natura, è lo scrittore e giornalista Richard Louv, presidente di Children & Nature Network e inventore del termine Nature Deficit Disorder, cioè la sindrome da mancanza di contatto con la natura. Sindrome che provocherebbe nei bambini, il famoso “deficit dell’attenzione”. Lo scrittore nel suo libro “L’ultimo bambino nei boschi” suggerisce come riavvicinare i nostri figli alla natura, interagire con i suoi elementi, lanciando un forte messaggio pedagogico e di impegno civile. In Italia, Giovanni Bollea, padre della moderna neuropsichiatria infantile, ha sostenuto fermamente la teoria che tra bambini e alberi si costruiscano rapporti indissolubili e importanti.
“Ecco, io ho imparato molto vedendo i bambini fra gli alberi. Una volta una bimbetta mi ha insegnato che sanno parlare. Gli ho chiesto: “Ma come parlano?, Posso sentirli ora?”. “Vedi” – mi ha risposto – al mattino non bisogna svegliare gli alberi, perché hanno dormito tutta la notte per proteggerci. Quindi sono stanchi, bisogna aspettare… però se metti l’orecchio sulla corteccia e ascolti in silenzio, dopo lui parla! È vivo e anch’io e anche te”.. “L’albero è vita nel cuore e nella mente dei bambini. […]. L’uomo può vivere senza petrolio, senza carbone, ma non senza albero, né senza polmone.
Autore: Michela Taeggi
Foto: Michela Taeggi
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