Una caratteristica dei popoli nordici e della loro arte è sempre stata l’avere un rapporto preferenziale con la natura. E tra i Paesi nordici sono stati annoverati recentemente, da parte di una decisione ONU, anche i Paesi baltici, che, nell’ultima Biennale di Venezia di architettura (2016), si sono presentati assieme nel Padiglione baltico, vicino all’Arsenale: all’interno non separazioni nazionalistiche, bensì un’esposizione mirata all’artista, o a una costruzione architettonica, dell’Estonia, della Lettonia e della Lituania. Per evidenti ragioni di spazio ci occuperemo brevemente di un aspetto, in una sola nazione: in Lituania, il breve periodo tra le due guerre, a Kaunas. Infatti, se all’inizio del secolo, lo Jugendstil dominante si volgeva verso la natura, e ciò fu la gloria di Riga, con i suoi 800 e più edifici in questo stile, coll’avvento dei nazionalismi ci fu una profonda avversione verso questo stile internazionale. Nondimeno, sul Baltico la tendenza ad avvicinarsi alla natura proseguì. A Kaunas, infatti, capitale provvisoria durante il periodo tra le due guerre mondiali, è emblematico il Palazzo della Posta Centrale, del 1931, di Vizbaras, in Laisvės al. 102. Nonostante l’incuria e i danni del periodo sovietico, rivela ancora allo spettatore un tentativo di connubio tra il modernismo e il design tipico del popolo lituano. Un design con forte presenza simbolica, risalente anche fino al periodo “pagano” della Lituania: rivolto quindi fortemente verso la natura e le sue manifestazioni.
Del resto, oltre all’architettura e all’arte, questo atteggiamento ha permeato anche letteratura e musica: il capolavoro di Donelaitis, Le Stagioni, parla della vita del contadino, e quindi dell’uomo a contatto esclusivo con la natura. E della musica di Čiurlionis, forse i brani più famosi sono i poemi sinfonici: “Nella foresta”, e “Il mare”: ancora descrizione della natura.
In conclusione, se al visitatore si offrirà principalmente all’arrivo lo stile barocco del centro storico di Vilnius, ad uno sguardo attento non sfuggirà, persino in ambiente cittadino, la selva simbolica di cui la natura offre suggestione, dai tessuti tradizionali all’ambra.
Claudio Barna
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